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lunedì 11 agosto 2014

PLANET HULK (Parte 2)


CONTIENE SPOILERS

Gli Illuminati decidono di esiliare Hulk e quindi cosa fanno? Con la collaborazione di Nick Fury e dello Shield, mandano Hulk nello spazio a distruggere una stazione spaziale, facendogli credere di neutralizzare una delle macchinazioni dell'Hydra.
Lo scontro effettivamente avviene come parte dell'inganno, ma invece di venire riportato sulla Terra a battaglia conclusa, la capsula dello Shield parte per lo Spazio profondo.
Hulk non ha nemmeno il tempo di finire il suo momento "WTF" che parte una registrazione degli Illuminati, dove Iron Man gli spiega la situazione e che è diretto verso un pianeta ricco di flora e fauna, ma senza vita intelligente, mantenendo un tono stile "sei pericoloso, lo facciamo per il tuo bene e poi hai sempre detto di voler essere lasciato da solo". Si dice che nello Spazio nessuno può sentirti urlare, ma in questo caso nessuno ha potuto sentire le bestemmie tirate da Hulk. Qualcosa va però storto e la capsula finisce in un Wormhole, che lo porta da tutt'altra parte.
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Hulk precipita sul pianeta Sakaar, un pianeta deserto e francamente un postaccio, dove di flora ce ne poca; la fauna c'è ma non è certo amichevole; di vita intelligente, purtroppo per il nostro gigante verde, è invece pure troppa.
Tutto parte in modo idilliaco: appena uscito dal relitto della capsula, Hulk viene immediatamente attaccato da ben due specie di nativi, sconfitto con suo somma sorpresa e disappunto (anche dei lettori, probabilmente) e fatto schiavo. Quel che appare in seguito chiaro è che il Wormhole ha degli effetti debilitanti sulle creature che vi passano attraverso, quindi Hulk si ritrova molto indebolito.
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Sakaar è principalmente abitato da due razze intelligenti: una nativa ed insettoide mentre l'altra umanoide dalla pelle grigia o rossa, la quale controlla il pianeta.
Conosciamo quindi l'antagonista, il cosidetto Re Rosso, il quale in maniera molto originale è presentato come un monarca stronzo, megalomane e sadico: un qualcosa che non si era mai visto prima, vero? C'è lui e Caiera, la sua guardia del corpo pure qua sullo stereotipato andante, in stile "Sono un brava persona ma fedelissiam quindi fa niente se servo un bastardo".
Per condensare un pò gli eventi, il nostro Hulk diventa un novello Spartacus, combattendo nell'arena gladiatoria e formando pian piano un legame con l'eterogeneo gruppo di poveri cristi che, come lui, sono forzati a lottare: Hulk cerca di uccidere il Re Rosso, fallendo ma guadagnando grande popolarità fra i tifosi. Per salvare la faccia e non potendo farlo uccidere platealmente, il Re Rosso decide che Hulk dovrà morire nell'arena, cosa che naturalmente non succede ma al contrario la sua popolarità cresce. Hulk inoltre pare soddisfare certi requisiti di una antica profezia del luogo riguardo un salvatore, specialmente quando alcuni notano come delle piantine germoglino nei punti dove è stato spillato il suo sangue radioattivo.
Il resto della storia gira intorno al percorso che Hulk attraversa imparando piano piano a fidarsi e legarsi di nuovo a qualcuno, così come viene dato un certo spazio consistente alle vicende dei suoi compagni di ventura: è la parte migliore e punto focale dell'intera saga, che compensa largamente i punti meno riusciti e scontati.
Come va a finire? Finisce che alla fine Hulk porta dalla propria parte Caiera, detronizza ed uccide il Re Rosso, si bomba Caiera, diventa lui stesso Re e futuro genitore: finalmente sembra essere contento e molto molto meno incazzato. Purtroppo per alcune macchinazioni di gente poco felice, il motore dell'astronave sulla quale Hulk è arrivato su Sakaar viene fatto esplodere, causando un olocausto ed uccidento Caiera: Hulk allora, ignaro delle macchinazioni che hanno causato questo, focalizza la sua rinnovata incazzatura sugli Illuminati e si prepara a tornare sulla Terra per vendicarsi. Questo porterà ad un nuova saga chiamata War World Hulk.




CONCLUSIONI

Planet Hulk è una saga che mi è piaciuta, che mi ha intrattenuto e che ha offerto qualcosa di consistente riguardo al protagonista e la sua crescita. Il problema principale è appunto che è venuta troppo bene, almeno per come viene gestita la categoria del supereroe nel'industria del fumetto americano. Planet Hulk rappresenta la perfetta conclusione delle vicende di un personaggio come Hulk, perchè all fine cosa vediamo? Vediamo un Hulk cresciuto, che è venuto a patti con se stesso, coi propri problemi e che dopo anni ed anni di conflitti interiori ha trovato una pace apparentemente duratura: in quel momento Hulk ha raggiunto il suo traguardo, è narrativamente parlando un personaggio fondamentalmente concluso, che ha detto tutto ciò che aveva da dire.
Invece no, perchè questo significherebbe eliminare Hulk e tutti i soldi che vale, quindi l'industria del fumetto americano fa quel che fa peggio: ribalta le carte in tavola per buttare alle ortiche tutto ciò che è stato ottenuto, per fare un bel reset spesso con escamotage beceri e riportare il personaggio a poter continuare a far soldi.
Io onestamente ho smesso di seguire (e comperare) i fumetti di supereroi anche per questo motivo, perchè sinceramente dopo aver seguito degli eventi tanto fondamentali (e spendendo soldi per farlo) per un personaggio e poi vedere il tutto spazzato via in questa maniera, mi sento dolorosamente preso per il culo. Hulk alla fine è stato a tutti i fini pratici resettato e riportato sulla Terra. Per me invece è su Sakaar e là è rimasto.

3 commenti:

  1. Guarda sono del tuo stesso parere. Per me la saga del Ragnarok (quello vero, non i vari impostori) dei primi anni del 2000 rappresenta la conclusione ideale di Thor. Così come All Star Superman rappresenta il finale perfetto per Superman, Il Ritorno del Cavaliere Oscuro è l'ideale per Batman e la run di Geoff Johns su Lanterna Verde è quanto di più perfetto ci possa essere!
    Aldilà del fatto che di lì a poco ho smesso di seguirli, per me Thor non sarebbe mai dovuto resuscitare e Lanterna Verde avrebbe dovuto chiudersi lì, anche perché da lì in poi sono stati usati decisamente male. Tanti lo osannano ma da grande fan del personaggio (beh penso sia ovvio visto il mio nickname) non ho apprezzato per niente le storie di Stracvinszky e tantomeno di Fraction e Aaron. L'eccezione è stata la serie di Kid Loki da Gillen che era molto bella (e mandata a puttane dalla dirigenza perché ovviamente è quello che fanno e perché quel maledetto MCU si è messo in mezzo).
    Il problema dei supereroi che non possono avere fine è serio, tant'è che se ne parlava già negli anni 80 (quando la loro storia editoriale era metà di adesso). Alan Moore (che aveva pensato a un finale ideale per TUTTI i supereroi, perlomeno quelli DC) disse al riguardo:
    "Uno dei motivi che impediscono alle storie di supereroi di raggiungere lo status di autentici miti moderni o leggende è il fatto che hanno un finale aperto. Una qualità essenziale di una leggenda è che gli eventi sono chiaramente definiti nel Tempo; Robin Hood diventa un fuorilegge a causa delle ingiustizie di Re Giovanni e dei suoi sgherri. Questa è la sua origine. Incontra poi Little John e Fra Tuck e gli altri. Vince il torneo sotto travestimento, si innamora di Lady Marian e si oppone allo Sceriffo di Nottingham. Questa è la sua carriera che comprendere amore, principali avversari e la formazione di un gruppo di cui far parte. Vive fino a vedere il ritorno di Re Riccardo ed è infine ucciso da una donna non prima di aver lanciato un‘ultima freccia a indicare il posto dove essere sepolto. Questo è il finale, si può applicare lo stesso a Re Artù, Davy Crockett o Sherlock Holmes con uguale successo. Non è possibile applicarlo ai supereroi perché per motivi commerciali non possono avere un finale.
    Sebbene il motivo era puro e lo scopo giusto riguardo a Crisis, non possono non dire che, nel tentativo di consolidare e razionalizzare il Cosmo DC, sia stata creata una situazione potenzialmente ancor più destabilizzante e precaria…Sulla scia dell’alterazione temporale di Crisis ci è stato lasciato un universo dove l’intera continuity precedente semplicemente non è mai accaduta… Credo che questo sia pericoloso per diverse ragioni… Stabilendo il precedente dell’alterazione temporale, viene posto un inconscio sospetto su ogni storia ambientata nel futuro e su tutte quelle svolte nel passato. I lettori di lunga data potrebbero avere la sensazione che le storie che hanno seguito avidamente per tanti anni vengano invalidate, che tutti gli innumerevoli flussi narrativi non fossero diretti da nessuna parte se non verso un arbitrario “punto di cesura”. Di conseguenza, i lettori attuali, potranno avere la sensazione che le storie che stanno attualmente leggendo hanno un significato relativo visto che, tra dieci anni, qualche onnipotente divinità fumettistica, un editore o lo Spettro, potrà tornare indietro nel tempo e cancellare tutto, pronto per ricominciare.”
    E' mio parere che sarebbe meglio per i personaggi Marvel e DC terminare a un certo punto. E prima o poi lo faranno. Niente dura per sempre. Al massimo qualcuno pubblicherà ogni tanto storie a parte, che magari dureranno una run o due, ma verrà il giorno in cui anche loro dovranno terminare. Il problema è che allora chi ci garantisce che se ne andranno col ruggito, con una storia ben scritta e all'altezza e non saranno invece semplicemente interrotti sul più bello con solo un annuncio "scusate, si chiude, ci vediamo alla prossima!" come succede alle serie TV cancellate?

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    1. Hai sollevato un punto sul quale concordo e sul quale ho un articolo in perenne bozza da prima del 2017, ovvero "Marvel e l'Incubo della Continuity". Riferivo alla Marvel perchè è quella che conoscevo meglio per esempi dettagliati ma il discorso era applicabile anche alla DC, perchè era fondamentalmente lo stesso per entrambi gli Universi. Grossomodo hai espresso lo stesso pensiero che avevo in mente io ed Alan Moore ha predetto esattamente il motivo per il quale tanti anni fa, dopo Onslaught ho abbandonato i fumetti di Supereroi (cioè ho smesso di comprarli e seguirli): perchè tanto quel che succedeva non contava niente e sarebbe tutto tornato allo status quo precedente.

      Ti riporto uno dei punti che trattavo nella bozza giusto per darti un'idea.
      1- Il mondo avanza ma i personaggi non stanno al passo.
      Una delle caratteristiche di successo iniziale dell'Universo Marvel fu che la sua ambientazione è legata e muta in relazione al mondo reale: i Presidenti Usa sono quelli reali e cambiano di conseguenza, così come non esistono città celebri fittizzie (tipo Gotham City) ma vengono usate quelle reali e così via. Questo ha permesso una aderenza alla realtà ed una maggior idenificazione da parte del lettore, tuttavia mentre lo sfondo cambia in tempo reale i personaggi hanno un ritmo molto più lento.
      Capitan America ha combattuto nella Seconda Guerra Mondiale, poi è finito congelato ed è stato ripescato dai Vendicatori nel 1964... ed era il 1964 anche nel fumetto. Capitan America è in attività ancora oggi con quasi 50 anni di storie ma lui, il Capitano, non è quasi invecchiato: non possono farlo invecchiare, perchè con 12 numeri all'anno ad un certo punto dovrebbero smettere di realizzarne le storie.
      Molti personaggi pur mostrando lentissimi segni di crescita emotiva ma sopratutto fisica (L'Uomo Ragno ha iniziato la propria carriera al liceo ed ora è un giovane adulto) vengono però privati di quegli elementi, quegli eventi tipici e consueti per una persona normale, ma che ne segnano l'invecchiamento: il figlio di Reed Richard e Susan Storm (Fantastici 4) sono decenni che è un moccioso, ma non così bene è andata alla figlia di Peter Parker e Mary Jane (l'Uomo Ragno), che è stata fatta nascere morta. Non possono permettere che Peter Parker abbia una figlia la cui crescita scandisce il passare di anni impossibili da ignorare.
      I personaggi ad un certo punto vivono quindi in una sorta di limbo, nel quale l'inizio della loro attività di Supereroe viene fissata a 5/8 anni prima: il risultato è un bizzarro senso di stasi parziale, dove l'ambientazione tiene il passo con i tempi e certi personaggi minori subiscono fisicamente il passare degli anni, ma quelli principali no. Questo si nota indifferentemente che si stia leggendo un fumetto degli anni 80, 90 o del 2000.

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    2. Hai perfettamente ragione, tant'è che da allora (cioè da quando hai smesso) ci sono stati due o tre reboot alla DC, un paio di semireboot alla Marvel e un accozzaglia di continuity Ultimate e classica che nessuno ha capito bene cosa è successo. Insomma, ti sei salvato da molto peggio XD ma immagino tu lo sappia perché vedo che ti sei tenuto aggiornato comunque
      Il tuo discorso su Capitan America e l'Uomo Ragno è giustissimo e veritiero (e mi ha ricordato quanto odi quesada e one more day!), non ho mai sopportato le bolle temporali, il "cambiamo tutto ma non cambiamo niente". E' lo stesso problema che ho con i Simpson e infatti eventualmente ho mollato pure quelli.. se ai personaggi venisse concesso seriamente di cambiare, di invecchiare ed eventualmente finire sarebbe meglio per tutti. A un certo punto tutto quello che si può raccontare su un personaggio si è raccontato e si finirebbe a procedere per inezia o dire cose che sono già state dette (e magari meglio). E alla fine i personaggi finiscono in mano ad autori o davanti a un fandom che non li capisce perché provenienti da un epoca diversa. E gli autori in gamba non avrebbero le mani legati come è successo a Kieron Gillen con Kid Loki.
      Non sono solo Marvel e DC ad avere questo problema, anche i fumetti nostrani hanno lo stesso approccio: infatti ho similmente chiuso pure con Dylan Dog, Nathan Never e Martyn Mystere solo perché a un certo punto erano diventati ripetitivi e vuoti. Salvandomi tra l’altro nel primo caso visto che pure quello è finito in mano ai SJW XD
      A questo punto si impone che completi l'articolo e lo posti! Non voglio farti pressione ma a giudicare dalla bozza è troppo interessante per lasciarlo nel dimenticatoio.

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