Cerca nel blog

sabato 7 gennaio 2023

GOSAKU OTA, UN MITO NON COSì CONOSCIUTO

 



 Nel corso degli anni, parlando dei robottoni nagaiani ho spesso citato Gosaku Ota, il quale ha un grosso merito per quel che riguarda questi personaggi.

 Durante gli anni 70 c'era l'uso in Giappone di creare più manga dedicati ad un titolo, dopo che questo era divenuto un anime di successo: questo era per ampliare il mercato in quanto questi manga paralleli erano dedicati ognuno a fasce di età differenti.
 Naturalmente queste versioni erano realizzate da altre persone e non dagli autori originali, per comprensibili questioni di tempo. 
 Successe appunto questo anche con Mazinga Z, infatti era partito col manga di Nagai e si allargò per coprire anche riviste dedicate ai più piccoli e non: uno di questi Mazinga Z fu quello di Gosaku Ota.

 La particolarità del caso di Ota fu che dopo un inizio che vedeva il suo Mazinga come sostanzialmente una riproduzione quasi pedissequa della storia originale, divenne più popolare di quello di Nagai acquisendo mano a mano vita propria.  Nagai come ho già accennato altre volte, era più interessato a Devilman e ad altri suoi soggetti che a Mazinga, il quale era una sorta di progetto nato quasi per gioco, per distrazione, che non era veramente previsto che diventasse così popolare e che gli assorbisse così tanto tempo soprattutto: complice anche il fatto che Nagai ricevette pressioni per abbassare anche un po' il tono del suo manga, il risultato fu che il Mazinga Nagaiano si tramutò in un manga piacevole ma di fatto realizzato al minimo sindacale (e non biasimo Nagai: già gli interessava di più fare altro, poi lo hanno incoraggiato a farlo più per bambini ed alla fine lo realizzava giusto per portare a casa la paga e basta).
 Gosaku Ota invece si prese qualche piccola libertà, fino ad inserire una storia originale che ebbe un riscontro molto positivo del pubblico: da lì gli fu data sempre più libertà fino al punto in cui Ota non seguiva nemmeno più la trama degli episodi della serie animata e dalla Dynamic si limitavano ad inviargli i disegni dei Mostri Meccanici, che lui poi inseriva e faceva muovere come pareva a lui.
 Avendo questa libertà, Ota ampliò ed approfondì la psicologia ed i retroscena dei personaggi inclusi (e questo è importante) gli antagonisti divenendo più tridimensionali di come li aveva realizzati Nagai.
 Una celebre storia in più parti fu "Mazinga Z in Africa", dove Ota fece viaggiare nel Continente Nero il robottone e rivelò come il Dottor Hell ricavava materie prime e fondi per costruire il proprio esercito, ovvero lo sfruttamento di alcuni staterelli poco conosciuti ma ricchi di risorse, come quelli africani.
 Anche Koji Kabuto divenne più "umano" nelle mani di Ota, che gli donò delle debolezze assolutamente plausibili e lo fece bocciare a scuola, perchè combattere continuamente con Mazinga gli lasciava poco tempo per lo studio. Ota quindi cercava di realizzare un protagonista che non fosse del tutto "forte, bello e fotomodello" e bravo in tutto come piaceva tanto ai giapponesi. 
 Tutto questo intermezzato da momenti comici e quasi demenziali, dosati in modo da non essere mai invadenti.

 Certe idee di Ota furono talmente buone che si trasferirono nella serie animata che era ancora in corso.
 Quando il testimone passò al Grande Mazinga, Ota ormai aveva piena libertà creativa e potè delineare il carattere dei personaggi fin da subito ed ancora più che con Mazinga Z, le sue idee influenzarono molto la serie animata: sua è infatti l'idea di rendere Jun una mulatta e di darle dei problemi per il colore della propria pelle.
 Il Grande Mazinga di Ota si discosta però molto dalle vicende della serie animata e procede a ruota libera in particolare nella sua fase finale, molto più cataclismatica e cruda: alla fine Tetsuya si fa detonare assieme al Grande Mazinga, portandosi dietro tutti i Generali di Micene.

 Riguardo Goldrake il discorso è più o meno lo stesso e la storia di dipana in maniera molto molto differente, svelando le origini sia dell'Impero di Micene che delle due civiltà aliene di Fleed e Vega.
 Potrei anche sbagliarmi ma a differenza delle due opere precedenti, nel caso di Goldrake le influenze sulla serie animata sono state stavolta quasi nulle.


 Qua in Italia sorprendentemente il manga di Ota del Grande Mazinga arrivò fra il 1979 ed il 1980, edito dalla Fabbri editori e pubblicandolo praticamente tutto, aggiungendo anche una colorazione che in tutta onestà era abbastanza farlocca, con personaggi colorati a caso e magari diversamente da numero a numero (è una di quelle cose che da bambino odiavo a morte quando succedeva) ed ebbe anche il finale cambiato in finale aperto ed omettendo la morte di Tetsuya.

 Nei primi anni 90 la mitica casa editrice Granata Press pubblicò i manga di Mazinga Z ed il Grande Mazinga, stavolta senza cambiamenti e nell'originale bianco e nero: credo sia stato il primo manga che io abbia mai letto e mi colpì molto.

 A conti fatti, sebbene Go Nagai (e senza togliere niente a Go Nagai) abbia creato questi personaggi, in tutta sincerità è merito anche di Ota se sono divenuti così grandi ed un discorso simile a quello di Ken Ishikawa con Getter Robot.  Oggigiorno è forse un pelo diverso, ma in soldoni è ancora opinione comune che sui robottoni sia Go Nagai ad aver fatto tutto da solo, cosa non esatta.
 Voglio di nuovo specificarlo (perchè purtroppo vedo in giro che c'è gente diversamente abile nell'ambito della comprensione) che non sto affermando che Go Nagai non abbia fatto un cazzo, però lo Zio Go è sempre stato più interessato ad altri tipi di soggetto e su quelli si è impegnato di più rispetto ai robottoni, sui quali hanno messo le pezze altri autori fra i quali il nostro Gosaku Ota.

 Purtroppo Ota ci ha lasciato il mese scorso, quindi onore alla carriera di un grande fumettista.

3 commenti:

  1. Non per nulla anche un altro autore (scomparso anch'egli) ha affiancato il maestro Nagai nelle sue opere, ovvero Ken Ishikawa.
    Ota un grande, questo succede quando fai bene: ottieni libertà di agire come vuoi, di dare un tocco personale...

    Moz-

    RispondiElimina
  2. Guidò Nagai nel suo cammin di nostra vita....

    RispondiElimina