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giovedì 29 settembre 2022

L'ARMATURA SPAZIALE BRITANNICA

 




 Con mia assoluta sorpresa ho scoperto che non c'erano solo America e Russia come concorrenti della corsa spaziale che ha portato ai primi voli, culminando infine con l'allunaggio. Ben prima della Seconda Guerra Mondiale, in Inghilterra, un gruppo di persone pianificava non solo di volare nello spazio ma di arrivare sul nostro satellite.

 Fondata nel 1933, la British Interplanetary Society è fra le più vecchie organizzazioni promotrici dell'esplorazione dello spazio, sebbene non avesse legami con il governo britannico e fosse in realtà una specie di club finanziato dai propri membri (anche molto facoltosi).
 Con i fondi ed i mezzi per passare dalla teoria ai fatti, la BIS incontrò però degli ostacoli non indifferenti durante gli anni, a cominciare con una legge governativa sugli esplosivi del 1936 che impedì di testare e sviluppare possibili combustibili per alimentare razzi spaziali. Una battuta di arresto importante fu lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, che portò lo scioglimento temporaneo della BIS.
 Dopo la conclusione della guerra la Bis si ricostituì e proseguì i lavori sui propri progetti e studi, che già durante gli anni 30 anticipavano di molto i tempi: fra questi progetti ripresi e sviluppati c'era il progetto dell'armatura spaziale.


In realtà sarebbe più appropriato chiamarla "tuta spaziale", tuttavia a guardarla viene spontaneo associarla a qualcosa di più fantascientifico, romanzesco e mi piace chiamarla così: l'aspetto però non deve trarre in inganno sulle effettive capacità dell'armatura, sottovalutandole
 L'armatura era ovviamente a tenuta stagna e pressurizzata, con una addizionale protezione fornita dal tessuto multistrato spesso un centimetro che creava una sorta di bolla termica attorno all'astronauta.
 Tubi collegati ad un serbatoio fornivano ossigeno che circolava entro l'intera struttura e rimuovevano l'anidride carbonica.
 L'isolamento termico era fornito in vari modi a cominciare con la profilatura argentea per riflettere i raggi solari, un sistema di refrigerazione ed una mantella argentata a potenziare all'occorrenza il riscaldamento. Quest'ultima è particolarmente interessante: la mantella andava avvolta intorno al torace, sul quale si trovavano degli spessi bulloni, in modo da creare uno spazio fra la superficie dell'armatura ed il vuoto esterno, entro il quale il calore emesso veniva respinto indietro, ostacolandone la dispersione.
 L'autonomia era di circa 12 ore e forniva protezione a temperature comprese fra i 120 gradi ed i meno 150 gradi.
 L'armatura era voluminosa ed ingombrante ma questo era dovuto ad una scelta di progettazione ben precisa e piuttosto ingegnosa. Al centro del torace si trovava infatti un piccolo portello stagno, grazie al quale l'astronauta poteva riporre campioni lunari: una volta richiuso il portello, l'armatura era spaziosa abbastanza perchè l'astronauta potesse sfilare le braccia dalle maniche, prelevare il campione raccolto dalla piccola camera stagna e chinare il volto per poter esaminarlo direttamente. Volendo ci si poteva anche comodamente anche mangiare un panino, tutto senza dover uscire dall'armatura. 


 Purtroppo l'Inghilterra non è mai entrata nella corsa spaziale e di conseguenza anche l'armatura è rimasta un progetto, almeno fino a tempi più recenti dove ne è stata costruita una replica, esposta nel museo britannico del Centro Spaziale Nazionale.

 Che dire, una gran figata che pare uscita da un vecchio fumetto di Flash Gordon, che tuttavia era un progetto reale e che sotto molti aspetti anticipava di molto tantissime funzioni poi utilizzate nelle tute spaziali alle quali siamo abituati.

7 commenti:

  1. Hai ragione, è una figata! A me ricorda molto la divisa delle guardie dell'imperatore in Star Wars!
    Comunque, anche la Germania aveva un programma spaziale risalente a prima della guerra e infatti i successi russi e americani furono dovuti anche alle conoscenze (e gli ingegneri) tedeschi che riuscirono a saccheggiare.

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    1. Eh, una vaga somiglianza effettivamente c'è: mi ricordava qualcosa infatti ma non riuscivo a inquadrare di preciso cosa.
      Sapevo del contributo sulla questione missilistica, ma ignoravo la questione del programma spaziale tedesco: è qualcosa che vale la pena di approfondire, grazie.

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    2. Ma figurati =D Non so se hai mai sentito parlare della serie di film trash Iron Sky ma si basa proprio sul progetto della Germania nazista di sbarcare sulla luna. Da qui tutti i prodotti fantascientifici che immaginano che esista una base nazista nascosta sul lato oscuro della luna X4 La usarono, in parte, anche nei fumetti Ultimates della Marvel.

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    3. Si, lo conosco Iron Sky, film carino XD

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  2. Curioso. Sarebbe interessante sapere quale materiale avevano pensato.

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    1. Eh, su quello ero curioso anche io: purtroppo non sono riuscito a recuperare informazioni al riguardo. Il massimo di descrizione che ho trovato è un generico "multilayered textiles" ma riferito soprattutto all'interno per la questione dell'isolamento termico.

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  3. Molto interessante questa storia che non conoscevo. La tuta poi è stupenda, pura retro-fantascienza! :--)

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