Era un pezzo che non proseguivo questa rubrica (termine che fa quasi sembrare il mio blog come qualcosa di professionale o serio), ma questo blog non ha la regolarità come caratteristica.
Parliamo oggi della famigerata Tavoletta Oujia e di quello che la gente, quasi sempre sbagliando, è convinta di sapere.
Questo aggeggio così come lo conosciamo ha iniziato a circolare più o meno verso la fine del 1800, ad opera di "carramba che sorpresa!" imprenditori americani che la vendettero come giochino. Il concetto alla base della Tavoletta è però molto più antico e radicato nello spiritismo che se vogliamo possiamo definire "serio": la Tavoletta infatti applica l'idea di scrittura automatica, usato dai medium per comunicare con fantasmi, spiriti, demoni e qualsiasi cosa immateriale venga in mente al tizio di turno. Molto probabilmente il tutto è nato come strumento divinatorio e poi scivolato nella ciarlataneria comune nell'America post-Lincoln e dell'Inghilterra Vittoriana.
Attualmente il copyright della Tavoletta Oujia è detenuto dalla Parker Brothers, una società che produce giochi di società in scatola e quindi venduta come tale (divertimento per tutta la famiglia, non c'è che dire)
Attualmente il copyright della Tavoletta Oujia è detenuto dalla Parker Brothers, una società che produce giochi di società in scatola e quindi venduta come tale (divertimento per tutta la famiglia, non c'è che dire)
Come molti sanno, parliamo di una tavoletta (prima realizzata in legno, ora in plastica) con impresso sopra l'alfabeto, i numeri da zero a nove e poche parole semplici, come "Si" e "No". Preferibilmente in gruppo, concentrandosi e tenendo poggiate le mani su un puntatore incluso nel prezzo, si può contattare qualche entità soprannaturale che muoverà il puntatore su lettere e numeri, componendo risposte alle domande fatte.
Ora, funziona questa cosa? La risposta è non lo so. Potrebbe in determinate circostanze.... Forse.
Come pagano io non credo a demoni, diavoli o altre cazzate soprannaturali intrinsecamente malvagie, tuttavia non escludo che vi siano altre cose che è semplicemente meglio non disturbare se non si sa cosa si sta facendo: giusto per rendere l'idea di quello che intendo, uno squalo non è malvagio ma se tu sei al sicuro su una barca e lui si fa i fatti propri, vuoi essere così stronzo da buttarti in acqua nudo come un verme e punzecchiarlo? Giocare con la Tavoletta è fare esattamente quello.
C'è un ammonimento riguardo a questo genere di pratiche e personalmente mi trovo d'accordo: richiamare qualcosa è facile, ma mandarlo via è veramente difficile.
Un luogo abbastanza comune è la convinzione che nella Tavoletta vi sia intrappolato un demone, uno spirito, un ciccioformaggio qualsiasi ed è per questo che funziona (se e quando funziona) e che distruggendola lo si libererà con conseguenze nefaste: son cavolate, non funziona così. La Tavoletta è solo un pezzo di plastica/legno e distruggerla non ha alcun effetto, benefico o malefico che sia: ai fini pratici, si potrebbe tranquillamente scarabocchiare l'alfabeto su u foglio A4 e funzionerebbe allo stesso modo. Il suo ruolo è quello di divenire un focus che incanala la fede e la concentrazione di chi la utilizza: la volontà collettiva dei partecipanti diventa come un faro nel buio e funge da richiamo.
Ho detto "funziona" ma intendiamoci, SE mai una Tavoletta abbia mai funzionato in qualche modo è stato per una incredibile combinazione di circostanze fortuite (meglio dire sfortunate) come il luogo, i partecipanti, il momento propizio ed altri elementi assolutamente randomici che con la Oujia hanno poco a che fare. E' mia opinione che anche dandole il beneficio del dubbio sulle sue possibilità di funzionamento, il 99% di volte la Oujia non funziona e sono i partecipanti a muovere il puntatore senza accorgersene. Io personalmente quell'uno per cento non lo sfiderei mai e parlo da persona che un minimo su come proteggersi lo sa. Se mai qualche ragazzino finirà mai su questo blog cercando informazioni in merito, gli dico fa il furbo e lascia perdere.
Come pagano io non credo a demoni, diavoli o altre cazzate soprannaturali intrinsecamente malvagie, tuttavia non escludo che vi siano altre cose che è semplicemente meglio non disturbare se non si sa cosa si sta facendo: giusto per rendere l'idea di quello che intendo, uno squalo non è malvagio ma se tu sei al sicuro su una barca e lui si fa i fatti propri, vuoi essere così stronzo da buttarti in acqua nudo come un verme e punzecchiarlo? Giocare con la Tavoletta è fare esattamente quello.
C'è un ammonimento riguardo a questo genere di pratiche e personalmente mi trovo d'accordo: richiamare qualcosa è facile, ma mandarlo via è veramente difficile.
Un luogo abbastanza comune è la convinzione che nella Tavoletta vi sia intrappolato un demone, uno spirito, un ciccioformaggio qualsiasi ed è per questo che funziona (se e quando funziona) e che distruggendola lo si libererà con conseguenze nefaste: son cavolate, non funziona così. La Tavoletta è solo un pezzo di plastica/legno e distruggerla non ha alcun effetto, benefico o malefico che sia: ai fini pratici, si potrebbe tranquillamente scarabocchiare l'alfabeto su u foglio A4 e funzionerebbe allo stesso modo. Il suo ruolo è quello di divenire un focus che incanala la fede e la concentrazione di chi la utilizza: la volontà collettiva dei partecipanti diventa come un faro nel buio e funge da richiamo.
Ho detto "funziona" ma intendiamoci, SE mai una Tavoletta abbia mai funzionato in qualche modo è stato per una incredibile combinazione di circostanze fortuite (meglio dire sfortunate) come il luogo, i partecipanti, il momento propizio ed altri elementi assolutamente randomici che con la Oujia hanno poco a che fare. E' mia opinione che anche dandole il beneficio del dubbio sulle sue possibilità di funzionamento, il 99% di volte la Oujia non funziona e sono i partecipanti a muovere il puntatore senza accorgersene. Io personalmente quell'uno per cento non lo sfiderei mai e parlo da persona che un minimo su come proteggersi lo sa. Se mai qualche ragazzino finirà mai su questo blog cercando informazioni in merito, gli dico fa il furbo e lascia perdere.
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