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martedì 13 agosto 2019

BEM IL MOSTRO UMANO (1968) - RECENSIONE





Quando ero bambino erano tre i cartoni animati che mi facevano cagare sotto, perché erano al lato pratico degli horror: Fantaman, Devilman e sopratutto Bem il Mostro Umano.





 Come Fantaman, Bem è un cartone molto molto vecchio risalente al 1968 e per questo motivo possiede uno stile e delle limitazioni molto legate a quel periodo. All'epoca non erano poche le serie con una marcata impronta horror e soprannaturale, risultando ben poco edulcorate e prendendo piuttosto sul serio il fatto di dover inquietare e spaventare.
 Il cartone narra le vicende di tre personaggi: Bem (da titolo), Bera e Bero. Non vi è un vero episodio iniziale, ma ad ogni puntata viene mostrata una breve sequenza dove molto a grandi linee viene spiegato chi sono i protagonisti e da dove vengono: i tre non sono esseri umani ma mostri, creature nate chissà come in un laboratorio sperduto, per un incidente. Lo scopo dei tre è di compiere buone azioni e proteggere gli esseri umani dal male (soprannaturale e non), convinti che grazie a questo potranno divenire un giorno esseri umani essi stessi.



 Bem, Bera e Bero possiedono poteri distinti, ma hanno una serie di attributi comuni, come ad esempio forza, velocità, agilità e resistenza diverse volte superiori a quelle di un normale essere umano, così come un sesto senso che fa percepire loro le auree negative, anche se la già scarsa precisione di questo potere diminuisce grandemente con la distanza. Possono anche diventare invisibili, teletrasportarsi e diventare intangibili, anche se l'estensione di questi poteri non è stata rappresentata sempre in maniera consistente. La capacità comune più importante è però quella di mutare il proprio aspetto in quello di esseri umani, anche se il risultato è lontano dalla perfezione: le loro mani possiedono ancora solo tre dita come nella loro forma mostruosa, mentre tante piccole altre caratteristiche danno loro un aspetto insolito, quasi inquietante se li si osserva da vicino.
 I tre sono chiaramente più potenti nella loro vera forma, ma in genere riescono a cavarsela bene anche con l'aspetto umano, trasformandosi solo se la situazione lo richiede davvero.

 BEM
E' il capo del trio ed anche il più saggio. Il suo aspetto umano è quello di un uomo maturo dalla pelle bruna e calvo, vestito con un completo nero elegante e porta sempre un corto bastone da passeggio di metallo, che usa spesso come arma. E' alto intorno al metro e novanta e le spalle larghe suggeriscono che abbia muscoli ben sviluppati, il che lo rende una figura piuttosto imponente.
 E' molto posato e riflessivo, poco incline ad intervenire senza prima aver capito bene con quale avversario abbia a che fare; funge anche da voce della ragione, stemperando l'impulsività di Bera e Bero e motivandoli spesso sul significato della loro missione.
 A proposito di Bero, Bem accorre sempre in suo aiuto, ma è anche propenso ad osservarlo da lontano in disparte, per dargli la possibilità di agire da solo e farsi le ossa.
 Fisicamente è il più potente e pericoloso del trio ed ha il sesto senso più sviluppato.

 BERA
Personaggio decisamente fuori dagli schemi dell'epoca, Bera non è quello che ci si poteva aspettare dal tipico personaggio femminile: non è dolce ne gentile ma ha un carattere ruvido, impaziente e piuttosto schietto. E' molto zelante riguardo il combattere gli esseri malvagi e per la verità ama tantissimo menare le mani, senza disdegnare metodi anche un tantino drastici. Nonostante questo, vuole chiaramente molto bene a Bero e minacciarlo è il miglior modo per fare uscire la parte peggiore del suo carattere.
 Il suo aspetto umano è quello di una donna alta sul metro e settanta dalla pelle bianchissima e dai lunghi capelli neri, raccolti in una crocchia. Ha un bel fisico ma sono incerto sul fatto se nel cartone venisse considerata bella oppure no: probabilmente si, ma in maniera certamente inusuale.
 Indossa un lungo vestito viola vagamente simile ad un peplo ed una mantella. Possiede anche una frusta, che porta avvolta come un bracciale intorno ad un braccio.
 Bera ha la capacità di creare illusioni incredibilmente realistiche che in genere utilizza per terrorizzare a morte i suoi nemici, mentre nella sua originale forma mostruosa può emettere un fiato congelante. Una volta è stata mostrata in grado di resuscitare un nemico appena ucciso, ma penso fosse uno svarione dello sceneggiatore.

 BERO
In un certo senso Bero è il vero protagonista della serie. E' il più piccolo dei tre e sia fisicamente che mentalmente è a tutti i fini pratici un bambino. Mentre Bem e Bera sono piuttosto seri e cupi, Bero ha tutta la spensieratezza e l'entusiasmo dell'infanzia: ama esplorare posti nuovi e fare amicizia con la gente, nonostante sia a volte cauto per via del suo aspetto inusuale. Come tutti i bambini, Bero agogna l'affetto di una famiglia ed è quindi prono a prendere molto a cuore l'incolumità delle famiglie umane e dei bambini che incontra, specialmente se questi gli dimostrano affetto ed amicizia.
 Di un bambino però Bero possiede anche l'incoscienza e l'ingenuità, infatti in alcune occasioni si caccia in grossi guai a causa di ciò.
Anche se è il più debole dei tre, Bero ha più volte dimostrato di sapersela cavare bene ed una certa astuzia nell'affrontare situazioni difficili, anche se spesso Bem o Bera alla fine devono salvarlo quando le minacce si rivelano al di sopra delle sue possibilità.
 Il suo aspetto umano è quello di un bambino alto sul metro e dieci, dai capelli bluastri e carnagione olivastra. Indossa una tuta intera color rosso e scarpe di cuoio.

 A giudicare dal vestiario e dalle ambientazioni, le vicende si svolgono in Europa in un periodo imprecisato fra i primi anni del dopoguerra ed i tardi anni 50, quando in molti luoghi e nei paesini fuori mano sembrava di essere ancora ai primi del secolo.
 Girovagando quindi per l'Europa sia rurale che urbana, per 26 episodi i nostri tre si confrontano con le più disparate minacce soprannaturali ma anche comuni, seppur spietati, criminali; quasi sempre è Bero che durante il suo curiosare da solo finisce per essere il catalizzatore che da il via alle storie.
 Non esistevano altri comprimari fissi e le puntate erano storie autoconclusive.

 Nelle avventure di Bem non mancavano i momenti truculenti: storie lugubri, morti ammazzati, riti satanici, teste mozzate, creature cannibali e chi più ne ha più ne metta ma la volete sapere una cosa? Adoravo Bem.
 Avevo già spiegato come mai nell'articolo su Fantaman, ma voglio anche aggiungere una cosa: sotto sotto ai bambini piacciono le storie paurose e gli piace quel tipo di paura. Molte favole sono terrificanti, ma nessuno ne è mai uscito traumatizzato così come io e molti altri non lo sono stati guardando Bem.
 Un particolare singolare sta che è anche uno degli unici due cartoni animati dove viene raffigurata la svastica ma con il suo significato genuino: dovete sapere infatti che la svastica è sempre stata un simbolo positivo e di protezione mistica dal male.... Che poi i Nazisti se ne siano appropriati non cambia questa realtà. In Bem infatti la svastica viene presentata in un episodio come sigillo che tiene imprigionata una creatura malvagia.

 Riguardo il rapporto fra Bem, Bera e Bero ci sarebbe da spendere due parole: ci si potrebbe aspettare che agiscano come una sorta di famiglia, ma non è affatto così perché loro non sono umani. Si vogliono bene, gli importa l'uno dell'altro ma per esempio Bem e Bera non ricoprono il ruolo di genitori surrogati per Bero, né c'è il minimo "tenero" fra loro due. Il legame che lega i tre è molto molto profondo, ma non è quello umano: questa è una caratterizzazione molto interessante e molto sottile per sottolineare ancora di più la natura dei protagonisti, attirati dagli umani ma perennemente in disparte ad osservarli da lontano.
 In Giappone la serie riscosse molto successo ma come per Fantaman vennero realizzati molti gadget ma nessuna action figure: ahimè erano altri tempi.
Grazie a questa popolarità rimasta durante i decenni, di recente Bem ha avuto alcuni revival.
 Nel 2006 è stato realizzato un remake che non ho ancora avuto l'occasione di visionare, ma almeno dal punto di vista grafico siamo a livelli eccellenti: stesso identico design ma realizzato con tecniche moderne.
 Nel 2011 è stata realizzata una versione dal vivo ma come spesso accade in queste operazioni, i ruoli principali sono stati dati a idol o componenti della boy-band del momento: che vizio di merda questo dei Giapponesi. Quando ho visto Bem moccioso boy-band, me ne sono tenuto lontanissimo.
 Ora nel 2019, in occasione del cinquantesimo anniversario, dovrebbe essere uscito un secondo remake animato televisivo ma ho visto le immagini e mi sono partire le bestemmie, quelle potenti.
No dico, ma guardate che CAGATA!

 In Italia invece Bem arrivò su Rete4 nel 1982 (quando Mediaset non era ancora la Tana del Moige) per poi finire su svariate emittenti locali durante gli anni seguenti; la sigla, abbastanza evocativa ed in linea col tema lugubre della serie, venne cantata da Nico Fidenco.
 Sulle magagne, come ho detto all'inizio è una serie molto vecchia e l'animazione decisamente arretrata, quindi potrebbe far storcere il naso a diversi palati moderni anche se in questo caso lo trovo comprensibile. La serie ha ricevuto in tempi moderni un ridoppiaggio realizzato molto bene, quindi per una volta mi sento di consigliare a mani bassi quello rispetto al classico, che resta comunque quasi introvabile.

 Concludendo, Bem è stato una delle diverse opere che mi hanno fatto comprendere come non sia necessario essere il Cavaliere Bianco per essere un'eroe: puoi essere anche un mostro, ma sono le tue azioni che ti definiscono. 

2 commenti:

  1. Bella recensione complimenti davvero.
    Credo sia uno dei pochi cartoni dove trae in inganno il titolo della serie con il protagonista reale dell’anime.
    Per anni ho pensato che Bero fosse Bem ..pure la sigla trae in inganno.
    Ho preso tre episodi della serie in VHS quando avevo ancora il videoregistratore perché avevo nostalgia e perché era uno di quei cartoni che difficilmente trovavi replicato in tv in anni più recenti.
    Ne conservo un bel ricordo e a quei tempi mi faceva pure paura ...guardarlo ora fa tenerezza ma conserva ancora il suo fascino da vecchio horror datato ma non superficiale.
    La sigla italiana di Fidenco ora sarebbe da censura , leggendo il testo ...pensa lo stesso testo cantato ora da una Cristina D’Avena😀
    Ciao

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    Risposte

    1. Oddio, sto cercando sul serio di immaginarla cantata dalla D'Avena ed è a metà fra l'esilarante e l'agghiacciante XD
      Dici bene, ha proprio il fascino da vecchio horror anche se le trame di alcuni episodi rimangono ancora meno noiose di molti film horror odierni, il che può significare due cose: o sono idee molto buone oppure i film horror moderni fanno cagare. Probabilmente è un pò tutte e due le cose XD

      Grazie e grazie del commento.

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