Ed ecco che in un tripudio di pezzenteria Ruffinesca e Cinepanettoniana, dal cinema italiano salta fuori qualcosa di differente ed era ora, cazzo.
Dopo questa fine introduzione, parliamo dunque di Morning Star, un film Fantasy italiano del duo Luca Boni e Marco Ristori.
Un film fantasy italiano: suona quasi surreale ma tanto tanto figo, non è vero?
Ambientato nel medioevo, è la storia di un mercenario che verrà semplicemente chiamato "il Soldato" durante il film. Il Soldato partecipa ad una battaglia nella quale cade il suo migliore amico mentre lui ne è l'unico superstite: memore di una promessa fatta all'amico defunto, inizierà il lungo viaggio per riportarne il cadavere al loro paese di nascita, ad est dove vivono i famigliari dell'amico.
Un dettaglio molto simpatico sta nel titolo del film, che gioca sul fatto che il Soldato si orienta seguento la Stella del Mattino (Venere), in inglese Morning Star che è tuttavia anche il nome del tipo di mazza chiodata che lui porta con se'.
Dal lato costumistico il film è molto verosimile, presentando armi e vestiti sporchi e pezzenti quali dovevano essere nel medioevo reale, il che per me è sempre un punto a favore.
Quindi il film è bello? Si e no.
Il problema è che gli si è voluto dare un taglio molto surreale, quasi onirico e senza una vera trama dal percorso lineare, cosa molto difficile da realizzare bene. Quentin Tarantino ad esempio ci riesce, giocando abilmente fra vari segmenti temporali anche in ordine sparso ed incastrandoli a dovere senza annoiare lo spettatore. Luca Boni e Marco Ristori ci provano ma purtroppo non ci riescono, ottenendo qualcosa che intuisci dovrebbe/potrebbe essere bello, ma che non puoi fare a meno di trovare lento, confuso e di conseguenza noioso.
Elementi del passato e del presente del Soldato si accavallano continuamente senza una vera spiegazione, resi ancora più confusi dal taglio surreale ed onirico che gli viene dato, lasciando allo spettatore il riuscire a mettere assieme i pezzi per capire cosa cazzo stia succedendo, fino ad arrivare ad un finale che non è chiaramente spiegato (per giunta abbastanza prevedibile, almeno per me) che è lasciato completamente all'intuizione. Non sto dicendo che doveva essere un filmone pieno di botti e battaglie oppure un clone del Signore degli Anelli, perchè il film ha un'idea di base semplice ma bella, è ben recitato, le scene sono dirette bene e le ambientazioni suggestive: dico solamente che hanno spinto troppo sul criptico.
Facciamo un confronto con un altro film confusionario ma meglio riuscito: i Guardiani della Notte.
Anche se molti non ci hanno capito una mazza perchè non avvezzi all'immaginazione, i Guardiani della Notte è si confusionato ma stimola nello spettatore la curiosità per quello che non viene spiegato esplicitamente sullo schermo: colpisce l'immaginazione facendo venire voglia di saperne di più su cosa c'è dietro oltre a ciò che viene narrato nella storia principale.
Morning Star invece arrivi in fondo sperando disperatamente che alla fine qualcosa o qualcuno ti farà capire qualcosa in modo esplicito. Il film ha molti punti positivi e se i registi si fossero incaponiti meno a tentare quella via, ne avrebbe sicuramente giovato: probabilmente è l'influsso del famigerato Uwe Boll, che ha finanziato il progetto, a portare sfiga.
Una delle scene che ho preferito è il dialogo col Vecchio Re, con conseguente combattimento da vincere col cervello più che con la forza, secondo me degno di un Dark Soul (videogioco particolarmente bastardo)
Morning Star ha il merito di tentare qualcosa di differente dalle solite menate sociologiche/mafiose/politiche o cafonate goliardiche nelle quali ormai è diviso il cinema italiano, solo che purtroppo non centra il bersaglio e me ne dispiace immensamente.
Io spero che i due registi ci riprovino ma mirando un pò più basso, perchè possono realizzare qualcosa di veramente buono e nel panorama cinematografico italiano ne abbiamo bisogno.
Concordo con Alex: belle le scene e la ricostruzione dell'ambiente del M.E. ma troppo criptico il racconto. Si fa fatica a seguire la narrazione proprio perché c'è sovrapposizione tra il passato e il presente e forse anche i desideri del protagonista e il filo del discorso sfugge di mano. Anche il finale lascia senza parole. Peccato perché era l'occasione per far riscoprire il linguaggio simbolico (vedi anche il titolo) grande dimenticato del nostro secolo.
RispondiEliminaGiuseppe
Secondo me in tutto il film, a parte la presa a male di quando a metà sembra ricominciare da capo (che però poi trova la sua collocazione nella trama), l'unica cosa che andava evitata è il capolino nell'era contemporanea del finale, che inoltre non sarei riuscito a comprendere senza il passaggio dell'aereoplano.
RispondiEliminaspero che qualcuno lo spieghi a me il finale
RispondiEliminaPer come l'ho capita io, lui non è mai sopravvissuto alla battaglia iniziale e tutte le vicende del film sono una sorta di "viaggio" che il suo spirito inconsapevolmente fa, affrontando i propri sensi di colpa e rimpianti che prendono la forma dei vari personaggi incontrati: un percorso molto lungo che nel mondo reale dura secoli.
RispondiEliminaQuello che però non ho capito nemmeno io sono gli ultimi secondi del film :-/
Demolisco anche i costumi: l'armatura senza graffi dei militari che passano la vita nelle battaglie, l'inchiostro nero troppo falso sulle facce.
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