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lunedì 27 giugno 2016

Il Pubblico contro il Quoziente Intellettivo




Mi capita ogni tanto di finire su siti di cinema e di leggere i commenti degli utenti. Come già detto in altre occasioni, mi diverte ed ogni tanto si trovano spunti interessanti.

Ho letto tempo fa una discussione su un film di supereroi e fra i commenti c'era quello di un certo Luke Moonwalker, di cui riporterò un estratto:

"Ad ogni film di supereroi che si aggiunge mi sento sempre più “fuori target”. Vabbé, ho cinquant’anni, ma per divertirmi faccio freeride in bicicletta, e la sospensione dell’incredulità ancora mi funziona. Credo sia più un problema di Q.I. eccessivo: questi film sono ritagliati per l’utente cinematografico medio (adolescente o meno) che le sfumature non le coglie, anzi, lo fanno sentire un po’ fesso, quindi se non glie le metti è meglio. Il risultato sono film che viaggiano col pilota automatico, sposti le virgole e ricicli le sceneggiature da uno all’altro."


Personalmente mi trovo tristemente d'accordo e non vale solo riguardo al filone supererostico, ma in tanti altri generi e tipi di media. Siamo ridotti così male? Probabilmente si, anche se essendo io sempre stato una persona molto immaginativa e curiosa di ciò che sta dietro alle cose, il figurarmi come ci si possa sentire ad esserne privi proprio non ci riesco: quando ci provo, l'immagine che immediatamente mi si forma nella mente è quella di una sconfinata landa desertica, di quelle senza sabbia ma solo qualche sasso e dove la terra ingiallita è così cotta dal Sole da spaccarsi in crepe profonde, fitte quanto ragnatele. Ai miei occhi appare come una cosa terribile, come vivere privi di un senso fondamentale, quale la vista.

Quindi i cattivi film e cattivi prodotti di intrattenimento sono colpa del pubblico che è rincoglionito? 
Si e no.
Dico si e no perchè c'è anche un altro lato della questione, ovvero chi produce.
Partiamo dal presupposto che il pubblico (parlo di pubblico come quella ampia maggioranza che vive nel deserto arido) da sempre è pecora: gli dai un pò di erba da brucare e si fa tosare, mungere e portare dove vuoi. Certo, ci sono tonnellate di persone che dicono "danno quello che il pubblico chiede" e se da un lato sarebbe sbagliato sostenere che il pubblico non abbia preferenze e non sappia essere attivo, il medesimo errore sarebbe pensare che abbia le idee chiare: non le ha, perchè è una pecora. Suona offensivo ma è la realtà, perchè piuttosto che restare senza erba, si adatta a quella che gli propini purchè sia almeno commestibile ed è questo il problema: la gente non sa dire "no, fa cagare: piuttosto ne faccio a meno".
I produttori che fanno? I produttori in realtà non sono passivi ma a conti fatti plasmano le scelte del pubblico, senza sentire il bisogno di cambiare perchè così funziona benissimo. 
E' come un circolo vizioso.
I produttori per qualsiasi astruso motivo propongono delle porcherie e ne inondano il mercato. Il pubblico piuttosto che trovare alternative, si adatta alle porcherie che lo abituano male e ne chiedono altre. I produttori allora inondano il mercato di porcherie perchè pensano che sia quello che piace al pubblico, il quale finisce quindi per abbassarsi ulteriormente di livello e lo standard qualitativo del mercato crolla esponenzialmente, in una spirale in discesa. 

Un altro esempio molto lampante (e di come questo non sia circoscritto al solo intrattenimento televisivo e cinematografico) è la Hasbro, nota produttrice di giocattoli americana. Hasbro, insieme alla giapponese Takara ha il lucrosissimo mercato dei Transformers e da poco ha iniziato una serie che ripropone i vecchi Combiners, ovvero quelle squadre di Transformers a tema in grado di unirsi in unico gigantesco robot (il più celebre è Devastator). Aldilà dei risultati in genere discutibili, Hasbro ha adottato una politica del riciclo, riutilizzando gli stessi stampi con alcune modifiche in modo da risparmiare e produrre di più. Il problema di tutto ciò è che a differenza degli originali vintage, molti di questi nuovi Combiners sembrano fratelli separati alla nascita, alcuni in maniera veramente sfacciata. Ora, i Combiners sono sempre stati molto popolari e la gente se li sta comprando ed è pure contenta: si comperano praticamente più volte lo stesso telaio vestito di nuovo, lo sanno e son contenti. Perchè? Sempre per lo stesso motivo: piuttosto che dire "no", si mangiano la merda e dicono pure "uhm...che buona!". Mi si può anche dire "mai i soldi sono i loro" e certamente, però aldilà che far abbassare gli standard di prodotti che altrimenti mi sarebbero interessati, posso almeno dire che è un comportamento ben lontano dall'essere furbo, ma proprio di tanto? 

Come risolvere una situazione del genere? Utopisticamente in un modo che non potrà mai essere messo in atto, ovvero costringere il pubblico a pensare approfittando del comportamento da pecora. Se mettete anche il più bue degli individui in una stanza con solo dei libri, presto o tardi si sarà rotto talmente le palle che un libro inizierà a sfogliarlo e perchè? Come detto, perchè quell'erba è sempre meglio di niente erba.
Non sto dicendo di riempire il mercato solo di film e programmi tv zeppi di pipponi mentali insostenibili, ma esistono vie di mezzo: è possibile avere intrattenimenti divertenti e piacevoli pur con trame intelligenti, sensate e con buoni spunti di riflessione, così da abituare la gente a sforzarsi a pensare e non ci sarebbe molta scelta: o imparano oppure stanno a guardare il soffitto. Tuttavia come terza possibilità potrebbero anche iniziare a leggere ed a parlare, che non sarebbe un cattivo risultato comunque. Perchè qui non stiamo parlando di spegnere il cervello ogni tanto, che non è una cosa negativa (lo dico sulla fiducia, visto che io non sono capace), ma di  standard qualitativi che si abbassano sempre di più e che porteranno solo a prodotti scadenti, perchè la gente non sarà più abituata ad apprezzarne di migliori. Abituiamoci a pensare, a tenere i nostri standard alti perchè siamo noi che cacciamo fuori i dindini, altrimenti ci ritroveremo in una versione tragicomica della situazione del protagonista di "Io sono Leggenda", che nel nostro caso sarebbe "unici esseri umani pensanti in un mondo di coglioni"
Tuttavia sono più felici loro forse ed ha quindi ragione Paolo Cevoli, quando nei panni dell'Assessore Cangini dice






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