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mercoledì 1 maggio 2019

GODZILLA - MARVEL COMICS (1977-1979)



Per quanto bizzarro possa suonare, nel 1977 la Marvel Comics ebbe una breve parentesi di "infatuazione" per i prodotti della terra del Sol Levante, che durò pochi anni e fu relativamente marginale. Uno dei risultati di tutto ciò fu la serie a fumetti dedicata a Godzilla, inserendo il mostrone giapponese nel Marvel Universe.



Sostanzialmente Godzilla viene risvegliato dal suo sonno all'interno di un iceberg a causa delle trivellazioni di una compagnia petrolifera e si sveglia con l'intero Sistema Solare storto, iniziando subito a distruggere tutto quello che gli capita a tiro perchè "oggi ho le palle girate" (cit.).

Essendosi scatenato sul territorio americano, contro Godzilla si mobilita subito lo SHIELD che non lesinerà nemmeno un centesimo dei contribuenti per fermare la colossale creatura. La missione di fermare Godzilla viene affidata al vicedirettore dell'organizzazione, il veterano Dum Dum Dugan, affiancato dal Dr. Takiguchi come consulente dal Giappone. E' interessante notare come l'esistenza di Godzilla nel Marvel Universe risalga agli anni 50, praticamente seguendo la storia narrata nel primo film e accennando come il mostro abbia bazzicato il Giappone per alcuni anni, sia come distruttore che come protettore contro altri mostri giganti; questo a richiamo dei numerosi film di Godzilla dove appunto alternava il ruolo di nemesi ed eroe.
 Durata 24 numeri, la serie viene scritta da Doug Moench mentre i disegni sono di Herb Trimp, i quali fanno tutto sommato un buon lavoro e Moench dimostra di essersi evidentemente documentato quanto possibile sul mostrone giapponese, cosa non facilissima considerato il periodo.
 Herb Trimp si dimostra un disegnatore dignitoso, un onesto professionista considerati i soggetti poco familiari al fumetto americano che si troverà a dover disegnare, anche se con alcune pecche che approfondirò in seguito.

 Godzilla vaga quindi per l'America braccato dallo SHIELD, ma non è il solo avversario che incontrerà, infatti una delle nemesi che tenteranno di distruggerlo sarà il Dottor Demonicus, il quale merita qualche parola. Classico scienziato pazzo, Dottor Demonicus era ossessionato dal legame fra le radiazioni e lo sviluppo di mutazioni sovrumane (aka superpoteri) ma naturalmente qualcosa va storto e si verifica l'immancabile incidente; il colpo di scena per così dire, non è che Demonicus sviluppò qualche superpotere ma piuttosto che realisticamente l'alta dose di radiazioni gli causò un terribile cancro alla pelle. Quindi ricapitolando, in un universo fittizio dove i superpoteri causati da incidenti saltano fuori come funghi, questo tizio si è beccato un cancro: questo ai miei occhi rende il Dr. Demonicus uno dei personaggi più scalognati e tragicomici in assoluto (ovvio che non rido sul cancro, ma sulla mole colossale di sfiga che uno deve avere per ottenere un risultato del genere nel Marvel Universe).  A parte questo dettaglio, Demonicus possiede risorse invidiabili e grazie ai suoi studi (che almeno qualcosa di concreto hanno portato) è in grado di creare mostri giganti ibridando il DNA di diversi animali, che ovviamente Godzilla si ritroverà ad affrontare.


 Godzilla comunque non ha solo nemici, ma anche un piccolo fan: parliamo di Robert Takiguchi, nipote dodicenne del Dr. Takiguchi e che considera Godzilla un eroe. Ci sono momenti nei quali lo prenderesti a scarpate, ma Robert ad un certo punto mette le mani su un'arma potentissima creata con l'intento di sconfiggere Godzilla: il robot gigante Red Ronin.  Ebbene si, Red Ronin è una delle cose più vicine ad un super robottone giapponese che vedremo mai in un fumetto americano.
 Gigantesco, potente, dal look chiaramente samuraistico e creato dal Dr. Takiguchi assieme a Tony Stark, Red Ronin viene però rubato ed usato da Robert per aiutare e/o contenere in più occasioni Godzilla, intento non facile vista la natura incazzosa e molto diffidente del mostrone. Un dettaglio che mi ha sorpreso è come Red Ronin sia sotto molti aspetti chiaramente ispirato a Yushaa Raideen, celebre robottone giapponese, il che mi fa incuriosire ancora di più su quanto e come Doug Moench si sia documentato (lasciandomi anche un po' ammirato). 

 

 Esteticamente Red Ronin è stato ovviamente creato da Herb Trimpe e..... beh, diciamo che inizialmente è una vera merda: si vede chiaramente il gap culturale che rende incomprensibile all'americano il concetto giapponese di robottone. Tuttavia va dato credito a Trimpe di migliorare di numero in numero, fino a rivalutarsi in pieno in un suo successivo lavoro, del quale parlerò però in un'altra occasione.
 Parlando di Godzilla stesso, il look è accettabile anche se gli occhi sono completamente rossi e senza pupille, anziché essere occhi normali; altra pecca che però va anche al colorista è la vampa atomica, la quale è arancione come normale fuoco anziché il canonico blu. Coerentemente con il suo originale cinematografico, il Godzilla Marvel è potentissimo, quasi inarrestabile e davanti al quale perfino i Supereroi hanno dimostrato di avere pane per i loro denti; anche dal punto di vista caratteriale Godzilla viene rappresentato in maniera abbastanza coerente, senza essere veramente buono o cattivo ma semplicemente come un grosso animale che reagisce a stimoli basilari. L'unico essere verso il quale Godzilla dimostra una sorta di fiducia è Robert, perchè il bambino ha dimostrato molte volte di non essergli ostile.
 Nel corso dei 24 numeri Godzilla affronta diverse avventure divertenti da leggere, piene zeppe di legnate e distruzione (parliamo di Godzilla dopotutto) anche se con qualche punto molto basso ogni tanto, ma la cosa più divertente è l'interazione con il resto dell'Universo Marvel, mano a mano che dall'Alaska si avvicina a New York: a Los Angeles si scontra con i Campioni (uno dei più mal assortiti supergruppi Marvel), mentre grazie all'aiuto di Henry Pym (Ant-Man) viene rimpicciolito fino alle dimensioni di un topo. La conclusione della serie ha come teatro New York e ci regala un rissone apocalittico fra Godzilla e le forze combinate dello SHIELD, dei Vendicatori e Fantastici Quattro: tuttavia in modo un po' sciapo (anche se coerente con alcuni film, a dire il vero) è il giovane Robert a risolvere la situazione, pregando Godzilla di andarsene e quello lo accontenta, scomparendo nel mare.

 Il Godzilla è stato un esperimento insolito, inaspettato ma sorprendentemente meno una vaccata di quanto uno potrebbe aspettarsi: l'azione non mi ha mai annoiato particolarmente ed i mostroni inventati da Herb Trimpe e Doug Moench sono fantasiosi.  In Italia sono abbastanza certo che non sia mai arrivato, tuttavia se volete in inglese è recuperabile per vie traverse.

3 commenti:

  1. Ottimo, grazie per averne parlato.
    Eh sì, la Marvel ha avuto la parentesi "nippo", specie quando comprò gli Shogun (che se ho ben capito tratterai in seguito).
    Godzilla fa sempre strano immaginarselo con(tro) i supereroi Marvel, ma alla fine ci sta, l'idea non è malvagia, anzi... 😎💪

    Moz-

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    1. Prego, grazie a te del commento.
      Eh si, hai capito molto bene XD
      Su Godzilla direi che fra tutte le cose giapponesi è forse quella più inseribile nel contesto della Marvel, perchè tutto sommato di mostri giganti ce ne sono diversi anche lì e quindi non stona tantissimo, non sembra sottopotenziato o rappresentato in maniera "sleale" rispetto a come dovrebbe essere, se vogliamo dirla così.
      L'unica cosa che mi ha fatto storcere un pò il naso è stata appunto il rutto nucleare colorato sbagliato.

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    2. Beh grazie a dio che hanno tenuto una visione "leale" del mostro... per il colore giusto forse era chiedere troppo XD

      Moz-

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