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mercoledì 2 agosto 2023

L'INSANO LIVELLO TECNOLOGICO DI IRON MAN (FUMETTO)

 



 Iron Man debutta del 1963 nella rivista Tales of Suspense, nella quale rimarrà per decine di numeri e dividendola per un po' con Capitan America, prima che entrambi acquistino ognuno un albo proprio.

 Ovviamente l'armatura è uno degli elementi intorno ai quali girano intorno le storie ed è stato dedicato un particolare sforzo nel cercare di spiegare come essa o meglio, esse funzionassero. Andandomi a rileggere le prime storie di Iron Man (e se devo sincero, non mi piacciono tanto le avventure di Iron Man: è uno di quei personaggi dei quali adoro l'idea di base e l'estetica ma non altrettanto la messa in pratica) e soprattutto acquisendo del materiale "tecnico" riguardo la tecnologia dietro alle armature di Tony Stark, mi sono reso conto di come effettivamente fosse sotto molti aspetti parecchio avanti come concetti.
 Ma andiamo con ordine.

Modello 1 Mark-I

La prima armatura costruita da Tony Stark è stata la "Modello 1 Mark-I ", ovvero la corazza costruita per salvarsi la vita e evadere dalla prigionia (insomma, escludendo la presenza del reattore nel petto, sull'origine del personaggio il film cinematografico è stato  piuttosto fedele, quindi non sto a raccontarvela perchè a grandi linee la storia è quella).  Una volta tornato a casa, Stark ha creato una nuova armatura esteticamente molto simile ma tecnologicamente diversa: la "Modello 1 Mark-II", che verrà quasi subito dipinta con un colore dorato per far sì che Iron Man risultasse meno minaccioso alla gente.
Modello 1 Mark-II


 NOTA: Molti, moltissimi fanno il comprensibile errore di considerare la "Mark-II" semplicemente come la "Mark-I" dipinta d'oro, ma ribadisco che sono due armature differenti, anche se superficialmente si assomigliano.

 Se la "Mark-I" era effettivamente un'armatura convenzionale a struttura rigida, la "Mark-II" integra invece una serie di nuove tecnologie che diverranno la base per tutte le armature successive per decenni.
 Ad un certo punto Tony Stark è però costretto a creare una nuova armatura, la "Modello 2 Mark-I" con la quale viene adottata la famosa colorazione rosso/oro. Più leggera, maneggevole, meno faticosa da usare per il cuore malato di Stark ma altrettanto se non più potente della precedente, la Modello 2 utilizza una versione ancora più perfezionata della tecnologia precedente e che la rende una cosa allucinante e finalmente ci arriviamo.  Scusate la lunga premessa ma ormai sapete che mi piace darvi un minimo di contesto prima di arrivare al punto.

Modello 2 Mark-I


Fra i campi nei quali Tony Stark era specializzato e superava il livello della propria epoca di generazioni, ve ne erano due dove egli eccelleva in particolare: 

1- La miniaturizzazione dei transistor e della tecnologia in generale.

2- L'applicazione e manipolazione dei campi magnetici.

  L'armatura di Iron Man non è una struttura rigida ma è in realtà qualcosa che potremmo vedere come una scultura di sabbia, la quale quando la si osserva sembra fatta di una superficie compatta ed uniforme, ma in realtà è composta da una infinità di granelli minutissimi. Nel nostro caso i granelli sono migliaia (e non entro nell'ambito di quante migliaia: potrebbero essere centinaia se non sforare direttamente nei milioni) di cellette talmente piccole da non essere normalmente percepite ad occhio nudo: all'interno di ognuna di queste cellette vi è un complesso sistema di circuiti, condensatori, motori e vari altri dispositivi, tutti micronizzati. Il rivestimento, il telaio e quasi tutti i dispositivi e i gadget vari integrati nell'armatura sono composti ognuno da miriadi queste cellette, come in un mosaico.

 Sono comunque ancora presenti alcune strutture rigide nell'armatura ma in piccola parte.  
 

Schematiche dell'armatura Modello 4


 Questo è un qualcosa che si avvicina moltissimo all'idea di quello che oggi chiamiamo nanotecnologia e vi ricordo come tutto questo alla Marvel lo abbiano inventato nel 1963. 
 Ad ogni modo il risultato è un'armatura che allo stato completamente inerte è esattamente flessibile e malleabile quanto un tessuto (letteralmente: si affloscia e potete piegarla come una camicia o appallottolarla).
 
 A questo probabilmente vi starete giustamente chiedendo perplessi "Ma allora se l'armatura è molle, come fa a stare su ed a funzionare come armatura?"  Qui entra in campo la manipolazione dei campi magnetici.
 Una volta attivata, l'armatura si polarizza e le cellette si attaccano l'una all'altra secondo uno schema programmato creando una struttura rigida dalla forma prestabilita. Inoltre un sistema di microcomputer dedicati rileva il movimento dell'occupante e depolarizza le sezioni dell'armatura corrispondenti a permettere il movimento rilevato, per poi polarizzarsi di nuovo: questo però avviene così istantaneamente che durante i movimenti l'armatura da l'illusione di essere flessibile e rigida allo stesso tempo.
 Anche se tecnologicamente le due cose non hanno niente in comune, non può fare a meno di venirmi in mente quei cellulari di cui si parlava in tempi recenti, in grado di funzionare perfettamente pur essendo flessibili. 
 Tutto questo era stato reso necessario dall'esigenza che Tony Stark aveva (durante i primi anni come Iron Man) di dover indossare costantemente la piastra toracica dell'armatura, in modo che questa permettesse al suo cuore malato di continuare a battere: gli serviva quindi che potesse essere comoda ed indossabile sotto i vestiti. Lo stato inerte dell'armatura permetteva inoltre a Stark di portarsi appresso il resto dei pezzi in una valigetta.  

Tony Stark mentre indossa la "Modello 1 Mark-II" allo stato inerte

 Questa è la tecnologia dietro all'armatura di Iron Man nei fumetti. Quindi quando si vedeva l'armatura senza giunture, tanto sagomata da sembrare un costume, non è perchè era una ingenuità di altri tempi ma piuttosto perchè non ne aveva bisogno.
 Ora capite perchè ho usato il termine "insano": la mole di tecnologia per far funzionare una roba del genere è pazzesca. E' quasi fin troppo esagerata per essere plausibile perfino in un 1963 fumettistico.
 Infatti una cosa che trovo divertente è il pensiero di come l'armatura dell'Iron Man cinematografico venga comunemente percepita come più moderna, ma in realtà è un catenaccio in confronto a questa.
 Paradossalmente appare quasi più attuale quella fumettistica del 63, perchè anche se all'epoca erano solo supercazzole, molti concetti assomigliano a tecnologie che nel mondo reale odierno stiamo realizzando, teorizzando o anche solo approcciando. E' qualcosa che trovo affascinante.  
 

3 commenti:

  1. Cosa ne pensi dell'evoluzione dell'armatura di Iron Man dopo la saga di Extremis? Da tale saga in poi, Tony è in grado di contenere nelle cavità delle proprie ossa una versione liquida dell'armatura, che si manifesta attorno a lui al momento del bisogno. A me piace come idea perché, aldilà della praticità, è praticamente una versione con spiegazione scientifica (o pseudoscientifica) della serie animata degli anni 90 dove appunto Tony era in grado di materializzare dal nulla qualsiasi versione dell'armatura gli servisse. Idea figa di base ma almeno qui vi è una spiegazione dietro.

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    1. Ciao Thor.
      Ho una conoscenza frammentaria delle armature di Iron Man dopo un certo punto, però come gusto personale l'idea di Extremis non mi piace.
      Come idea ha senso indubbiamente e mi sembra plausibile che prima o poi Stark ci dovesse arrivare per naturale progressione tecnologica, ma preferisco il tipo di armatura tradizionale che è fisicamente un oggetto separato e che volendo può indossare chiunque.

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    2. Per spiegarla meglio. A me piace vedere Tony Stark costruire l'armatura, se è danneggiata ripararla e se serve qualche modifica, vederlo al banco da lavoro a lavorarci sopra. Avendo io la mentalità un po' da artigiano, mi ci immedesimo e mi diverte vedergli fare queste cose.
      In un'armatura come quella Extremis dove compare tutto tipo quasi per magia, non mi trasmette invece queste cose.

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