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mercoledì 7 luglio 2021

GALACTIC DRIFTER VIFAM (1983) - RECENSIONE (CON QUALCHE SPOILER)

 



Galactic Drifter Vifam è un anime vecchio, uno di quelli che avremmo potuto avere sulle nostre tv durante gli anni 80 ma che non è mai arrivato e devo dire purtroppo. 
Anche se ci saranno alcuni spoiler, cercherò di tenerli al minimo indispensabile.


 Vifam è di genere robotico, una delle tante serie con un tipo di robot più verosimile che erano fiorite dopo che Gundam aveva inaugurato il genere pochi anni prima ed è stato realizzato dallo Studio Sunrise.
 
 LA STORIA MOLTO IN BREVE

 Nel 2058 l'Umanità ha iniziato l'espansione nello spazio, riuscendo a colonizzare almeno due pianeti distanti quattordici anni luce dalla Terra, chiamati Clayad e Belwick. Tutto sembra andare bene fino a quando su Clayad viene scoperto dall'archeologo Melvin Craig e dalla sua assistente Kate Hathaway un monolito di origini aliene (Si, proprio un monolito stile 2001, ma non nero): il pianeta quindi era già stato abitato e questo manufatto inizia ad emettere dei segnali di natura sconosciuta. 
 Il professor Craig e Kate vengono rapidamente a conoscenza di come la Milizia Terrestre non solo lo sapesse già, ma che due anni prima era stata contattata dagli alieni i quali avevano avvisato loro di levarsi dalle balle dal pianeta: per ragioni sicuramente meschine, di interesse e semplice stoltezza, questo avvertimento è stato bellamente e volutamene ignorato.
 Come a sottolineare quanto questa sia stata una gigantesca cazzata, appena finita la spiegazione gli alieni si fanno vivi ed attaccano la colonia di Clayad, usando tra le altre cose dei grossi robot: si scatena quindi una battaglia allucinante fra le forze aliene e quelle della Milizia Terrestre stanziate su Clayad (che hanno robot a propria volta, chiamati Round Vernier), il tutto mentre si cerca disperatamente di evacuare i coloni su degli shuttle in direzione della stazione spaziale in orbita.
 La storia da qui in poi si focalizza su un gruppo di 13 bambini, che vanno dai quattro fino ai quindici anni, che si sono ritrovati tagliati fuori dai propri parenti nel corso nell'evacuazione e che incrociano le proprie strade con il Professor Craig e Kate, mentre questi ultimi stanno portando via il monolito scortati dai militari.
 Dopo tutta una serie di eventi, i 13 si ritroveranno virtualmente da soli nello spazio, a bordo di una vecchia astronave militare da addestramento (la Janus), cercando di provvedere a se stessi ed a tornare sulla Terra. 



  ANALISI

 Ci troviamo di fronte ad una serie molto ben scritta, nella quale viene bilanciata davvero bene la parte drammatica e quella leggera, ma che soprattutto si prende i tempi necessari perchè lo svolgimento degli eventi risulti credibile, in una maniera che ho visto raramente.
 La traccia della serie è stata fatta da Yoshiyuki "Gundam" Tomino, ma parliamo di qualcosa al limite del vago: ci sono dei bambini su un'astronave che vaga nello spazio, una guerra in corso con gli alieni e dei robot.  Basta.  Alieni a parte, sembra Gundam.
 A questo punto la serie viene presa in mano da Takeyuki Kanda che dice "Uhm... Sai allora che c'è? Ti faccio un Gundam ma senza le tue tipiche menate": c'è riuscito.
 Kanda era un buon regista, dichiaratamente influenzato da registi tipo Spielberg e Kubrik (questo in Vifam si nota); inoltre fra le varie cose lavorò anche su Metal Armor Dragonar, God Sigma ed i primi sei episodi di Gundam 8th MS-Team, una delle mie serie preferite: parlo di lui al passato perchè nel 1996, durante la lavorazione del succitato Gundam, morì in un incidente d'auto.

 Per fare un esempio di questo, i primi dieci e più episodi saranno necessari perchè ai ragazzi si presenti la concreta occasione si mettere le mani sull'astronave Janus e partire per lo spazio. Allo stesso modo, i ragazzi useranno i Round Vernier presenti sull'astronave, ma prima di arrivare a questo li vedremo per diverso tempo ad allenarsi sui simulatori: nonostante questo, non saranno automaticamente trasformati in super assi del pilotaggio, ma verosimilmente si comporteranno da novellini con capacità non al livello dei soldati nemici che affronteranno.  Verso la fine della serie c'è comunque da dire come l'accumulo di esperienza diretta in battaglia li abbia alla fine fatti diventare bravi piloti, ma specialmente durante la prima metà dei 46 episodi, la loro sopravvivenza è dovuta ad una combinazione di fortuna, il cercare verosimilmente di evitare il più possibile di farsi trovare da pattuglie aliene e per un altro motivo importante che non sto a svelare.
 Un'altra cosa che ho apprezzato e che si vede durante i primi episodi, è come la Milizia Terrestre venga mostrata come un effettivo esercito che sa fare il proprio lavoro. Vediamo il Comandante della Milizia di Clayad spiegare la questione dell'aver ignorato l'avvertimento alieno e per questo gli abbiamo già dato giustamente del coglione, ma subito dopo durante l'attacco lo vediamo mostrarsi professionalissimo nell'organizzare la difesa, dando la priorità all'evacuazione dei coloni ed alla loro protezione: vediamo infatti soldati morire cercando di scortare i civili e per coprire la partenza degli shuttle. Insomma è un esercito verosimile, le cui alte sfere possono anche aver preso una decisione del cazzo, ma non per questo deve per forza essere composto da militari stronzi o incompetenti (come accade invece non di rado in questo tipo di sceneggiature).
 La serie come dicevo si prende il proprio tempo nello sviluppare la vicenda ed in alcuni punti potrebbe risultare anche lenta specialmente alla prima visione, tuttavia questo ha permesso di esprimere e sfruttare al meglio il punto di maggior forza di Vifam: i personaggi.





PERSONAGGI E LA LORO CARATTERIZZAZIONE

 Parto subito dicendo una cosa: Vifam è una delle migliori serie che io abbia mai visto per quanto riguarda la gestione e la rappresentazione a livello psicologico dei personaggi, principali o secondari che siano.
 Per dirla in maniera spicciola, in Vifam i bambini si comportano da bambini, i ragazzi da ragazzi e gli adulti da adulti, in maniera verosimile: il dettaglio chiave è che lo fanno sia nel bene che nel male, cosa non così comune come potreste aspettarvi in una sceneggiatura.  
 Ci troviamo di fronte personaggi con difetti, momenti di meschinità, di debolezza, di buon cuore e guardando questi bambini e ragazzi prima o poi vi troverete a pensare cose tipo "eh sì, anche io alla loro età mi sono comportato così", riguardo questa o quell'altra situazione presentata.
 La serie non ci fa mai dimenticare di trovarci di fronte persone molto giovani costrette ad arrangiarsi da sole in una situazione molto brutta ed a prendersi il fardello di responsabilità che prima erano dei loro genitori, però allo stesso tempo nemmeno ci fa mai dimenticare che sono appunto molto giovani e ci sono momenti anche di grande spensieratezza quando la situazione lo permette.
 Non ci troviamo di fronte ragazzi incazzati a prescindere, depressi a prescindere, stronzi a prescindere o dementi a prescindere, così come non ci sono superpoteri come escamotage per permettere loro di sopravvivere (anche se c'è un personaggio che combina spesso casini e che prendereste a scarpate dalla mattina alla sera, ma è solo uno).
 
 C'è un episodio dove uno dei ragazzi scopre nel magazzino dello spaccio dell'astronave delle riviste porno (che ricordo essere un'astronave militare per l'addestramento per cadetti: è normale che sottobanco chi gestiva lo spaccio avesse simile materiale): in diversi altri cartoni animati, specialmente moderni, sarebbe partito l'episodio dove tutti diventano di punto in bianco maniaci decerebrati stile Ataru Moroboshi, ma qui no.   Ricordo che quando avevo l'età dei protagonisti di Vifam, c'era mio zio che aveva l'hobby della fotografia e per caso fra i suoi libri sull'argomento, ne scoprii uno dedicato al nudo femminile: nudo artistico che fosse, a conti fatti era pieno di bellezze non indifferenti di ogni tipo e mi sentivo come se avessi trovato un filone d'oro. Quindi mi guardavo ogni tanto di nascosto questo libro nonostante la paura di venire scoperto e gongolavo della mia inaspettata fortuna per aver trovato una cosa del genere. Punto.
 In Vifam accade esattamente questo e niente di più: i ragazzi non se ne vanno a spiare le ragazze o altre banalità del genere, ma si comportano appunto in modo verosimile.
 
 In Gundam Tomino mostrava qualcosa del genere ma era limitato a certi aspetti: Tomino ha mostrato l'adolescenza ma in un determinato e soprattutto delimitato contesto ovvero la sfiducia dell'adolescente verso l'autorità rappresentata dalle generazioni precedenti.
 Per anni ho sentito ripetere a destra ed a manca che Evangelion è un capolavoro di psicologia anche riguardo all'adolescenza eccetera ma non è vero: a Vifam non lustra neanche le scarpe.  Questo perchè Evangelion non mostra l'adolescenza: mostra l'adolescenza di Hideaki Anno, che è stato probabilmente un adolescente sfigato, depresso e pippaiolo, esattamente come Shinji e quello ha mostrato.
 Takeyuki Kanda invece ha evidentemente vissuto un'adolescenza normale nei suoi alti e bassi, come l'ha vissuta la stragrande maggioranza della gente ed in Vifam ha raccontato quello: per questo ho affermato che la serie ha tutto questo merito nell'ambito psicologico.

 Anche i nemici, una volta che vengono introdotti nella serie, sono molto umani nei propri pregi e debolezze, inoltre viene sottolineato il problema di comunicazione perchè con l'eccezione di alcuni, gli alieni non parlano la nostra lingua ed a un certo punto viene dato un certo spazio al cercare di superare questa barriera per poter collaborare.

 
ROBOT

 Ecco, dal punto di vista robotico la serie è abbastanza piatta, nel senso che sono un elemento abbastanza di secondo piano. Non che non manchino i combattimenti ma il design e le caratteristiche dei robot stessi sono piuttosto al minimo sindacale.
 I Round Vernier infatti non possiedono armi integrate, non sono particolarmente resistenti e non hanno neppure alcuna arma da mischia, tanto che molto avanti nella storia i ragazzi si ingenieranno a costruire dei rozzi scudi per avere un po' di difesa in più.  
 Non ci sono modelli unici e super potenti come potrebbe essere un Gundam, anzi quelli usati dai ragazzi sono gli stessi in uso all'Esercito Terrestre: ci sono quelli descritti come più recenti rispetto ad altri, ma questo non li rende marcatamente più invincibili rispetto ai predecessori.
 Non ritengo questo approccio necessariamente buono o cattivo, perchè alla fin fine mi sono reso conto che nel contesto della storia e del tipo di narrazione, questo approccio ho finito per ritenerlo adeguato.  Specialmente dopo aver visto la serie per intero, ho concluso che dare più enfasi di così ai robot, a prescindere da cosa sarebbe piaciuto o meno a me, avrebbe stonato.



 CONCLUSIONI

 Insomma, questa mi ha lasciato molto ben impressionato e forse ne ho parlato con toni fin troppo entusiasti: non vorrei che a causa di ciò, se mai andrete a recuperarla partiste con aspettative esagerate.
 Comunque la serie è valida, molto valida specialmente sapendo di dover affrontare un inizio necessariamente lento e di non aspettarsi combattimenti fra robot particolarmente spettacolari.
 Graficamente il livello è buono perchè siamo ancora nei primi anni 80 dove giravano molti soldi in Giappone e nelle serie animate ne venivano spesi abbastanza. Una nota curiosa è che se noterete qualcosa di familiare nelle fattezze dei personaggi, beh la ragione è che il character design è Toyoo Ashida che ha lavorato anche su "Il Magico Mondo di Gigì": è bizzarro vedere una fisionomia da cartone di maghette in una serie robotica, però una volta superata la prima sopresa tutto sommato funziona molto bene.
 Di Vifam fu prodotto da Bandai perfino un videogioco nel 1984 per MSX: il gioco era molto ambizioso ed aveva meccaniche piuttosto complesse per l'epoca, infatti teneva conto di elementi di navigazione spaziale verosimile e lo schermo veniva suddiviso in tre per tenere d'occhio tutti i vari aspetti del gioco.
 Vifam fu anche la prima serie anime con la sigla completamente in inglese, dal titolo "Hello Vifam" ed eseguita dal complesso TAO.
 Altra cosa curiosa è che da bambino ho avuto (e forse c'è ancora) il giocattolo del Vifam, comprato forse dal tabaccaio da mia nonna, perchè ero malato. Ci sono voluti ben oltre 30 anni per scoprirechi fosse quel robot 😆 
 Se volete vederla, su Youtube c'è per intero sottotitolata in inglese (ed è facilissima da trovare).

4 commenti:

  1. Sembra interessante, peccato che non sia arrivata all'epoca.
    Le riviste nel magazzino dell'astronave... Neanche la fantasia di Tomino e Kanda arrivava ad immaginare le infinite possibilità di Internet! :D

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    1. Ahahaha è vero: credo davvero che nessun creativo di mondi futuristici sia mai riuscito a prevedere una cosa come il porno su internet :D

      Comunque sì, è un peccato. Anche se in Italia abbiamo avuto la fortuna di essere forse il paese che all'epoca ebbe più roba giappa al mondo, sono rimasto sorpreso nello scoprire come nonostante questo, tante belle serie dei primi anni 80 da noi rimasero inedite, come appunto questo Vifam, Armored Trooper Votoms, Panzer World Galient ed altre.
      Comunque pazienza, ci è andata molto di lusso lo stesso XD

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  2. Molto interessante, ora sono curioso. Se riesco a infilarla in mezzo alle mille cose che ho da vedere le do una possibilità.

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    1. Come diceva il Joker di Tim Burton: infinite cose da fare e così poco tempo.

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