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lunedì 3 maggio 2021

VEICOLI FIGHI - IL LANDMASTER DA "L'ULTIMA ODISSEA"

 



Senza un motivo in particolare mi sono messo a pensare a quanti veicoli unici e memorabili sono saltati fuori lungo la storia del cinema e della televisione. Alcuni sono più conosciuti di altri e proprio per questo mi è venuta l'idea di parlare ogni tanto di uno di questi mezzi, specialmente quelli (spesso ingiustamente) meno famosi.
 Parlerò solo di film dal vivo, quindi niente animazione ma solo roba concreta, che hanno fabbricato fisicamente.


Io adoro ed ho sempre adorato quei veicoli che funzionano da "base mobile", cioè quei veicoli dove non solo ci stai in più persone ma ci puoi anche vivere dentro o comunque non starci semplicemente seduto: questa mia fissa va dai banali Camper fino a veicoli fantascientifici. 
 Mi piace tantissimo e incendia il mio immaginario l'idea del veicolo che ti fa da casa durante un viaggio, un'avventura.
 Uno dei tanti veicoli che da bambino mi hanno fatto nascere questa passione fu appunto il Landmaster: vedere da piccolissimo questo veicolone blindato, che rappresentava un angolo sicuro per i protagonisti e che si faceva strada inarrestabile attraverso territori mortali, mi colpì molto.


Si, quello in camicia bianca è proprio George Peppard, il mitico Hannibal Smith


 Il Landmaster compare nel film del 1977 distribuito dalla 20th Century intitolato "L'Ultima Odissea" ma il suo titolo originale è "Damnation Alley", ovvero il vicolo della dannazione, che suona poco calzante per un film del genere ma se non altro il motivo viene spiegato all'interno del film stesso. Si tratta di una pellicola a tema post-atomico, dove i protagonisti devono compiere un lungo viaggio attraverso un'America devastata, al fine di raggiungere quello che potrebbe essere un territorio ancora vivibile e con altri sopravvissuti: il veicolo sul quale affrontano questo viaggio pericolosissimo è il Landmaster, che occupa quindi un ruolo molto prominente nella storia.
 C'è da dire come il film non sia questo gran capolavoro e possa considerarsi di serie B, nonostante abbia avuto un budget di tutto rispetto e vi si possa vedere un certo impegno: la 20th Century aveva grosse speranze e prevedeva di farne un blockbuster estivo. Senza star qui a recensire il film, i problemi principali furono che non vi erano all'epoca i mezzi per mettere in pratica come si deve ciò che la sceneggiatura prevedeva (specialmente gli animali mutati), inoltre i personaggi non risultano simpatici quanto dovrebbero e di conseguenza non ti importa molto cosa succede loro. L'ultimo chiodo (un grosso chiodo) nella bara del film però fu questo: uscì nello stesso periodo di un altro film distribuito dalla 20th century, chiamato Guerre Stellari.... Praticamente la 20th Century si fece concorrenza da sola, perdendo contro se stessa.    


 A conti fatti, l'unica cosa buona che usciva dal film e che potrebbe motivarne la visione è il Landmaster e vediamo cos'è e cosa fa questo coso.

 Il Landmaster è un prototipo di veicolo militare APC, ideato per operare su ogni terreno ed in grado di fungere da veicolo di comando grazie all'ampio spazio al suo interno ed alle apparecchiature delle quali è dotato. 
 Oltre ad essere completamente blindato con una corazza spessa un centimetro, possiede una struttura che può resistere a situazioni estreme quali trombe d'aria e tsunami, riportando al massimo danni minori.
 E' composto da una sezione anteriore ed una posteriore, collegate da una giunzione di collegamento snodata, ricoperta in materiale flessibile.  Nella parte anteriore risiedono praticamente tutte le apparecchiature, la strumentazione ed ovviamente la postazione di pilotaggio, mentre in quella posteriore si trovano delle brandine pieghevoli, una piccola doccia ed un'area adibita a cargo: il retro del Landmaster si apre come un ponte levatoio, formando una rampa che va direttamente nell'area di cargo.
 Normalmente si accede al veicolo dal lato anteriore destro, infatti una sezione della fiancata si ribalta diventando una scaletta di accesso, ma sempre nella sezione anteriore è presente anche un portello sul tetto. 

La caratteristica più peculiare del Landmaster resta però il suo originale sistema a 12 ruote motrici, divise in quattro gruppi da tre ciascuno come si vede in figura (infatti quando il veicolo è in movimento, tutte le ruote girano). A questo punto forse vi starete domandando perchè ha dodici ruote e trazione su ognuna di esse, quando solo otto toccano il suolo: la risposta è che ogni gruppo di ruote è in grado di ruotare per adattarsi alle asperità del terreno, il che rende il Landmaster in grado di salire agevolmente e senza particolari sballottamenti perfino una scalinata. 
  


 Questo però impedisce di usare un sistema di sterzo tradizionale, infatti per cambiare direzione il Landmaster usa la sua giunzione centrale snodata, comandata da un meccanismo idraulico che funziona comunque piuttosto bene.
 Il veicolo possiede inoltre due identici sistemi di guida affiancati: in questo modo i due piloti possono all'occorrenza passarsi il controllo del mezzo, semplicemente premendo un interruttore.  

 Il Landmaster è anche anfibio, infatti è a tenuta stagna e può galleggiare anche se allagato per metà; può inoltre navigare facendo girare i suoi gruppi di ruote, sfruttando lo stesso principio usato nei battelli a vapore del 1800.

 Se sul lato difensivo sta messo bene, il Landmaster non scherza nemmeno su quello offensivo.
 Nella sezione posteriore monta due cannoni automatici per fiancata mentre sul tetto ha una torretta orientabile armata con un doppio lanciarazzi (14 razzi in totale).
 Nella sezione anteriore invece possiede due lanciafiamme e due bazooka retrattili.
Insomma è un veicolo che sa prendersi cura di se stesso.


 Questo è com'è nel film ma la cosa particolare è che tralasciando le caratteristiche più fantascientifiche ed ovviamente le armi, per quanto riguarda tutto il resto non era finzione.
 Era realmente un veicolo di nuova concezione, inventato e fabbricato per il film: il sistema a triplici ruote funzionava per davvero e riusciva a farsi strada attraverso i terreni accidentati in maniera anche piuttosto confortevole per i passeggeri all'interno, mentre la sua struttura in acciaio ed alluminio ha dimostrato di poter sopravvivere a salti di quasi otto metri senza danni.
 Per essere esatti, il sistema di ruote non è stato inventato per il film ma risale al 1967 ad opera di Robert e John Forsyth; tuttavia il merito dell'applicazione pratica con successo ad un veicolo, va alla persona che ha fabbricato il Landmaster. 
 Ora vi starà balenando la legittima domanda "Ma se funzionava bene, perchè l'idea non è stata poi messa in commercio e non si vedono veicoli con ruote così?". La risposta è che purtroppo era tutt'altro che commerciabile: il sistema di ruote infatti era meccanicamente complesso e realizzarlo costava una certa cifra, quindi si trattava di alti costi di produzione e alti costi in termini di regolare manutenzione a causa appunto della complessità del meccanismo. 
 Tenete anche presente  che il Landmaster in realtà era vuoto, nel senso che all'interno aveva il posto di guida ma non tutte le forniture abitative ed apparecchiature che si vedono nel film; nonostante questo  la sua progettazione e costruzione costarono all'epoca 350.000 dollari, che non erano bruscolini.
 Quindi per concludere, funzionava bene ma non era economicamente conveniente per una produzione di massa o anche solo limitata: il sistema di triplici ruote fu in seguito usato per una variante di cannone d'artiglieria usato dall'Esercito Americano e per i trolley nei magazzini (dove comunque non è motorizzato).
 L'uomo dietro la costruzione del Landmaster si chiamava Dean Jeffries, proprietario di una officina meccanica ed una vera leggenda nel campo delle auto, specialmente legate al cinema, per il quale ha creato alcuni mezzi usati in grossi film.

 Ma dove si trova oggi il Landmaster? Una triste realtà del cinema è che molto spesso i veicoli e gli oggetti di scena vengono buttati, cannibalizzati per costruirne altri oppure semplicemente lasciati da qualche parte a marcire (letteralmente). Il nostro cazzutissimo blindato invece è "vivo e vegeto", infatti è rimasto nelle mani di Jeffries per molti anni per poi passare ad un privato, che lo restaurò e lo affittò per varie esibizioni. In seguito il Landmaster venne vandalizzato mentre era in deposito ma per fortuna i danni risultarono leggeri (comunque io non provo nessun senso di colpa ad augurare disgrazie serie a questo genere di persone: teste di cazzo che si sentono fighi nel vandalizzare cose ben più fighe di quanto loro saranno mai).  Infine, dal 2016 il veicolo si trova nell'officina meccanica di un certo Gene Winfield (un famoso customizzatore di Hot Rod e che a 93 anni suonati continua a lavorare 😲) ed è visibile al pubblico durante la settimana.  
 Per una volta abbiamo un lieto fine.

6 commenti:

  1. Conosco il film di nome ma non l'ho mai visto. L'articolo è interessantissimo, spero che ne farai una rubrica fissa!

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    1. Ti ringrazio.
      L'idea è quella: per fortuna di bei veicoli ve ne sono abbastanza da permettermelo :D

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  2. Non ho mai visto quel film, ma il veicolo è ingegnoso. Mi ha ricordato un po' i cingolati della serie UFO degli anni 70 che si chiamavano ShadoMobile. È tuttora la mia preferita,

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    1. Lo ShadoMobile è bellissimo. Sicuramente avrà il suo articolo dedicato, se troverò abbastanza materiale.

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    2. Era una serie con veicoli stupendi. Tutti modellini però parevano veri😀

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    3. Questo invece mi pare che sia a grandezza naturale, cioè vero.

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